“Elogio della matrigna”, Mario Vargas Llosa, ed. Einaudi tascabili 2011 – traduzione Angelo Morino
PERU’
Un classico triangolo amoroso, i cui tre lati però si distinguono per essere piuttosto originali: il primo è Don Rigoberto, padre di famiglia, maniaco del proprio corpo, ossessionato dal suo decadimento e dedito ossessivamente ad abluzioni corporali descritte in dettaglio in tutta la loro oscena ritualità, il secondo è Donna Lucrecia, la matrigna del titolo, seconda moglie di Don Rigoberto, una sorta di Venere che tutti incanta ed ammalia, ed il terzo è il piccolo Alfonso, detto Fonchito, figlio adolescente di primo letto di Don Rigoberto, dall’aspetto di cherubino ma dalla mente diabolica. Quella che sembra, infatti, un’infatuazione innocente, e poi una passione perversa, del ragazzino per la matrigna si rivelerà essere invece parte di un terribile piano per sbarazzarsi di lei.
Vargas Llosa ha uno stile raffinato e musicale, e molto interessante è la struttura del romanzo, diviso in episodi che traggono spunto da altrettanti quadri e dalle scene ivi dipinte. Tuttavia, la sensazione prevalente che la lettura del romanzo ha suscitato in me è stato il disgusto, sia per le scene erotiche coinvolgenti la matrigna ed il bambinetto, sia per le descrizioni dei riti di pulizia cui Don Rigoberto si sottopone quotidianamente. Sicuramente non è questo il romanzo giusto per iniziare la conoscenza con questo grande autore peruviano.
Recensione di freetoflyaway.
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